Diario di bordo, ottobre, qui Laura.
Il cielo è cambiato, i colori della Filanda anche.
Le foglie si imbruniscono e diventano più croccanti, la mattina si arriva in atelier con un paio di strati di stoffa in più addosso e spesso si lavora a luci accese anche in orari in cui dovrebbe bastare il sole.
Qui in filanda tutto prosegue, la nuova collezione è ormai avviata: spesso immaginiamo Eva, la nostra morbida camicia in flanella di cotone a quadri, condividersi la scena con delle scarpe comode e un cappello caldo. Nell’immagine che nasce dalla nostra fantasia non facciamo mai mancare una tazza di tè fumante e un libro con l’angolo della pagina piegato.

Come nasce una nuova collezione
Ci piace l’autunno ed è incredibile pensare a come sia arrivato in fretta. Anche se non seguiamo i canonici ritmi della moda, per creare le nostre collezioni giochiamo sempre in anticipo sui tempi: nel vivo della presentazione della collezione estiva eravamo già immersi nell’immaginare quella di questo autunno.
Dare vita a una nuova collezione è un procedimento lungo, compresso in tempi parecchio stretti. Una serie di fasi che si susseguono e rendono il nostro umore variabile: eccitazione, curiosità e aspettativa si alternano a sconforto e velate crisi di panico, ma è questo il bello del gioco, ciò che ci tiene vivi e ci nutre.
Ogni nuova collezione comincia dalla fase più bella: la ricerca dell’ispirazione.
Fase 1: l'ispirazione è lì, basta scovarla
Il momento delle fiere è fondamentale: tutto il settore moda si riunisce per conoscere fornitori e scovare tendenze. Per noi sono occasioni solenni, in cui io mi dedico prevalentemente ad approfondire selezione, proposta e campionario di un ipotetico fornitore mentre Paolo intavola gli accordi commerciali.
Nella fase di ricerca posso gustarmi il lusso di osservare ciò che viene proposto a livello di tendenze. Prendo tutto quello che mi piace e assorbo e basta. Poi mi metto a disegnare, trasferendo su carta le mie idee.
Fase 2: programmare, calcolare, definire, ma anche litigare
Fare una piccola programmazione del numero dei capi e dei colori che vogliamo proporre è essenziale. Arriva inesorabile il momento delle scelte, in cui la mia creatività e la praticità numerica di Paolo s’interfacciano spesso senza colpo ferire. Come dice lui, ci deve essere del nuovo, ma anche un’ancora sicura per limitare i rischi al minimo. Ѐ un gioco di equilibri. Ѐ la parte più difficile e spesso non ci si salva da qualche litigio, come d’altronde capita in tutte quelle aziende che hanno un reparto stile e un reparto commerciale: mondi dallo spirito molto diverso che devono trovare un accordo armonico. Senza quell’accordo non nasce la collezione.
Fase 3: produrre, correre, scattare
La fase di produzione avviene fuori dall’atelier, ma non molto lontano, visto che i laboratori ai quali ci affidiamo sono in Veneto. Passare il lavoro a chi dovrà creare il capo è sicuramente una fase delicata, che seguiamo passo dopo passo per non avere tragiche sorprese a capi pronti.
Solitamente i capi arrivano finiti giusto in tempo per lo shooting, quando tutto fila liscio almeno!
I giorni che precedono gli scatti sono un po’ il rush finale, con picchi di stress ai massimi livelli. Se qualcosa va storto, come si dice in genere: the show must go on, le foto in un modo o nell’altro devono essere scattate.
Ci piace che i nostri scatti abbiano atmosfere sospese fra l’estetica delle linee di design e le vibrazioni polverose dello spirito produttivo ed è questo il mood che cerchiamo ogni volta nella location che ci ospiterà per lo shooting.
Fase 4: quando la collezione prende il volo
Arriva il momento in cui ogni cosa è fatta e non resta che presentare la nuova collezione al mondo. Ci si ferma un istante e ci si guarda indietro per ripercorrerne le fasi una dopo l’altra. Fra ricerca, prove e ispirazioni, ben alternate a qualche sano imprevisto, anche questa volta abbiamo trovato il modo di esprimere noi stessi. Ogni collezione è un piccolo tassello che va a comporre il ritratto di ciò che siamo, il frutto di un pensiero che evolve pur mantenendo fede alle proprie radici: un’identità solida, ma sempre in divenire.
Laura
Racconti dalla Filanda è il nostro diario di bordo, una rubrica che ti tiene aggiornato sulle ultime dall’atelier, consentendoti di conoscerci, di mese in mese, sempre un po’ più da vicino.