Ridisegnare Venezia con la forza delle connessioni - Conversazione con Valeria Necchio

Ridisegnare Venezia con la forza delle connessioni - Conversazione con Valeria Necchio

Venezia è stata scritta, ritratta, cantata e interpretata in ogni modo possibile. Eppure, dà la sensazione d’essere sempre inafferrabile, di nascondere un segreto che sfugge. È il suo eterno fascino, ciò che la rende un po’ doppia in tutto, come d’altronde è per sua natura anfibia. Decidere di vivere o restare a Venezia ti consente di apprezzarne il suo lato bello, quello di una città sull’acqua, che assomiglia più a un paese dove tutto si raggiunge a piedi e i bambini possono scorrazzare liberi per campi e calli. Dall’altro lato, ti fa fare i conti anche con il suo aspetto più brutto: il costo della vita, il turismo di massa che se ne fagocita quasi ogni angolo, la crisi abitativa e lo svuotamento dei servizi.

Ne abbiamo parlato con Valeria Necchio, scrittrice, giornalista, copywriter e content editor, che abita a Venezia dal 2021. Vive nel sestiere di Castello, un angolo di città che preserva una dimensione di luogo abitato e vitale.

Venezia è una bolla

Quando è arrivata a Venezia, Valeria non conosceva nessuno, ma oggi si dichiara profondamente grata alla città per la comunità che è riuscita a costruirsi intorno.

«Abitare a Venezia a volte può sembrare come vivere in una bolla rosa che ti assorbe col suo stile di vita bello, unico e pieno di cose da fare. Potenzialmente si potrebbe vivere così per sempre, andando da un luogo all’altro, godendosi tutto quello che la città offre senza mai trovare un buon motivo per uscire dall’isola. Invece, a volte, uscire è importante per non perdere uno sguardo prospettico sulle cose». 

Chi vive la città

Alla domanda chi vive a Venezia oggi, Valeria risponde che non è semplice dirlo a colpo d’occhio, perché gli abitanti si mescolano a un gran numero di persone di passaggio, che siano lavoratori o studenti pendolari o turisti. Capita spesso, poi, che chi vive a Venezia più o meno stabilmente abbia la residenza altrove, come tanti studenti o digital nomads o lavoratori stagionali che passano in città solo qualche mese o parte dell’anno.

Certamente rimane un piccolo “zoccolo duro” di abitanti nati e cresciuti qui, alcune famiglie che hanno deciso di rimanere, tanti anziani che non si muoverebbero mai dall’isola. Ci sono gli esercenti, i gondolieri, i tassisti e i tanti lavoratori del mondo del turismo e della ristorazione, che però non è detto vivano in isola. E infine c’è il gruppo di cui Valeria fa parte; quello che per vari motivi le è più familiare, ovvero quello dei freelance e dei liberi professionisti che, a un certo punto della loro vita adulta, tra i 25 e i 40 anni, hanno deciso di chiamare Venezia “casa”. Complici i cambiamenti nel mondo del lavoro da remoto che sono avvenuti tra il 2020 e il 2022, molte persone hanno avuto la possibilità di trasferirsi, scegliendola per la bellezza e lo stile di vita.

Spesso sono persone che lavorano nell’arte, nella cultura o in settori creativi; molti hanno una propensione a fare rete, a creare eventi, progetti o a dar vita ad associazioni, tutte cose che contribuiscono alla vitalità culturale e sociale della città.

Scegliere di rimanere nonostante tutto

«Una delle questioni più pressanti per la città di Venezia riguarda la crisi abitativa: mancano le case. Basti pensare che al momento ci sono circa duemila case popolari chiuse e nessun progetto per renderle vivibili e assegnarle laddove servono». 

Di fatto, la situazione peggiora di anno in anno. Manca una reale volontà politica di regolamentare gli affitti brevi (un problema che riguarda molte altre città ad alta tensione abitativa e che è, ormai, una dinamica di scala nazionale e internazionale.) La conseguenza è che le poche abitazioni affittate per uso residenziale lo sono quasi sempre con contratti transitori e a cifre molto elevate. Molti appartamenti affittati a residenti o studenti non ricevono manutenzione per decenni, mentre chi investe in ristrutturazioni preferisce recuperare le spese convertendoli in affitti turistici, quando possibile. Il risultato è un circolo vizioso: senza politiche mirate a riequilibrare il mercato, la scarsità di case a prezzi accessibili finirà per svuotare la città di una parte fondamentale dei suoi abitanti.

«La questione abitativa è certamente lo scoglio più grande che Venezia dovrà affrontare per rinnovarsi, altrimenti il tessuto socio-culturale è destinato a cambiare definitivamente e quella fetta di persone che vivono e lavorano stabilmente qui e la nutrono quotidianamente con tante iniziative di valorizzazione finirà per erodersi sempre di più».

Versatile è un germoglio

In una città come questa, fare rete è essenziale e gli spazi a disposizione vanno reimmaginati e ridisegnati attorno a un concetto nuovo di comunità.

Versatile è un work club aperto nel 2024 da sei soci, tra i quali c’è anche Valeria. È stato pensato come una comunità di persone che si incontrano quotidianamente intorno al lavoro in un luogo dove poter creare nuove connessioni. Come suggerisce il nome stesso, l’ambiente è davvero plastico: all’interno si trovano le classiche scrivanie e i tavoli condivisi (hot desk), ma anche una sala per le riunioni, una piccola cucina, e un divano per momenti di lettura. Gli spazi possono anche essere plasmati secondo esigenza, per eventi, incontri professionali o presentazioni.

«Siamo contenti di come stia andando Versatile, la risposta è davvero positiva, sia per i desk che per gli ingressi giornalieri, ma anche per gli eventi. Le persone che ci contattano e vengono a lavorare qui arrivano un po’ da tutto il mondo, ed è uno specchio dell’internazionalità di Venezia, ma anche la prova dell’esistenza di una comunità di creativi e lavoratori da remoto che opera sotto traccia, come se fosse una realtà alternativa alla classica facciata della città iper-turistica».

Gli altri progetti

La Venezia che emerge dal racconto di Valeria è sicuramente complessa, ma vitale. Oltre a Versatile, un altro progetto a cui Valeria ha contribuito a dar vita (insieme ad altre otto donne veneziane d’adozione) è How Do We Meet?, un’associazione che nasce dal desiderio di generare una risposta corale alla necessità per le donne di fare rete, tornando nuovamente a parlare di nuove forme di comunità. Anche qui, l’idea è quella di portare esempi e creare momenti d’incontro e confronto su una varietà di tematiche e promuovere nuove idee e connessioni personali e professionali dentro e fuori Venezia.

Un’altra collaborazione è il progetto Edipo Re che, partendo da una barca storica dall’alto valore culturale e simbolico, desidera proporre un modello di sostenibilità e inclusione sociale in città attraverso progetti culturali che mettano in continua conversazione arte e turismo, come nel caso di Isola Edipo, un festival parallelo alla Mostra del Cinema con un’ampia programmazione gratuita su tematiche sociali e ambientali.

Infine c’è Inside Venice, un progetto nato dal desiderio dei Romanelli — storica famiglia di albergatori veneziani — di dare vita a una narrazione meno stereotipata e più intima della città. Oggi Inside Venice è un canale social con vignette di vita veneziana, ma anche una fucina di collaborazioni creative, editoriali e una piattaforma dove vivono storie, interviste e guide per conoscere la città “dal di dentro”, con cui Valeria collabora a livello editoriale.

Dove puoi leggere Valeria

  • Raccoglie i suoi pensieri in un romantico bianco e nero nella newsletter Watermarked 
  • Ha scritto Veneto – Recipes from an Italian Country Kitchen (Guardian Faber, 2017)
  • Scrive di cibo, viaggi e cultura per diverse testate nazionali e internazionali, trovi tutti i suoi articoli su valerianecchio.com

Qualche piccolo consiglio di approfondimento

Puoi approfondire i temi trattati insieme a Valeria seguendo Osservatorio Ocio – Venezia oppure ascoltando il podcast Caigo su Spotify. Per una guida non convenzionale sulla città, invece, ti consigliamo The Passenger – Venezia (Iperborea 2023).

Gli scatti di Venezia sono di Valeria Necchio
Gli scatti di Versatile sono di Camilla Glorioso
Gli scatti di Valeria con i jeans Apollo sono di Giacomo Gandola

Valeria indossa i Jeans Apollo nella variante blu Indaco 

Germogli è la nuova rubrica dedicata alle storie di chi come noi ha deciso di impegnare anima e cuore nella progettazione di un sogno. Ogni mese qui potrai leggere un nuovo racconto.

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