Il primo germoglio: la nostra storia

Il primo germoglio: la nostra storia

Laura: tutto è iniziato con un colpo di scena

Inverno 2019. Abitavamo a Milano e io avevo appena comunicato in azienda le mie dimissioni. Concluse le vacanze di Natale, è trascorso giusto il tempo del mio periodo di preavviso che l’intera ditta aveva chiuso i battenti: era arrivato il Covid-19, l’Italia si era fermata.
Dopo qualche giorno di respiro, nel quale mi sono concessa di crogiolarmi candidamente nei miei spazi appena riconquistati, ho cominciato a rendermi conto che tutte le risposte ai curricula inviati erano paurosamente uguali: “Al momento siamo fermi con le assunzioni”. Chi l’avrebbe mai detto: avevo scelto il periodo peggiore per rimanere deliberatamente senza un lavoro. Eppure, straordinariamente, quello si è anche rivelato il perfetto momento di svolta.

Io e Paolo stavamo insieme già da un po’, ci eravamo conosciuti in un’azienda di abbigliamento per l’infanzia e spesso parlavamo di creare qualcosa insieme. Gli eventi in corso ci lasciavano tempo per dedicarci a quell’idea, immergendoci in una perfetta fase di ricerca e studio, nella quale domandarci cosa avremmo voluto fare.
Molto spesso il problema dei creativi è che necessitano di un orientamento, senza Paolo non avrei saputo da dove iniziare. Lui ha studiato economia, ha sempre avuto uno spiccato senso pratico, dimestichezza con i numeri e un innato spirito commerciale. Certo, se gli chiedi di abbinare due colori potrebbe impazzire, ma d’altronde ci compensiamo. Io d’altro canto ho potuto cimentarmi in modellistica, stile e confezione, quindi ho imparato a concretizzare materialmente un’ispirazione mettendola “su stoffa”.


Paolo: e se facessimo grembiuli?

Siamo partiti già sapendo di non volerci buttare nell’abbigliamento generico, perché ci sembrava un mercato molto competitivo e affollato per chi parte da zero. Ci siamo concessi un mese di fittissima ricerca, finché ci siamo resi conto che il grembiule era un prodotto ideale per partire. Ѐ vero che in casa si utilizza sempre meno e certo si bada anche poco alla forma e alla qualità con cui è realizzato, ma c’è tutto un mondo di lavoratori per i quali il grembiule è la divisa quotidiana: artigiani, creativi e non solo. Rappresenta la realtà di chi lavora con le mani e, nella maggior parte dei casi, porta avanti il sogno di realizzare qualcosa di proprio, come noi.

Sapevamo di volere creare qualcosa di unico nella forma, nel design e anche nella scelta dei tessuti. Certo, l’idea di metterci a fare grembiuli ci sembrava un po’ folle all’inizio.

Laura: poi mi sono innamorata della canapa

La canapa è stata una rivelazione. Ricordo l’eccitazione nello scoprire tutte le sue proprietà, che ricollegavo perfettamente al grembiule e al suo uso: il suo aspetto naturale che migliora con il suo utilizzo, la resistenza e poi il fatto che sia un tessuto sostenibile. Più mi esaltavo all’idea di utilizzarla per i nostri grembiuli, più Paolo mi raccomandava prudenza, perché certo non era un tessuto proprio a buon mercato ed era necessario comprendere bene come avremmo potuto reperirla.

I primi due anni sono stati un test. Abbiamo fortunatamente trovato il tessuto e ci siamo immersi nella creazione dei primi grembiuli d’ispirazione giapponese. Le strade di Milano nel frattempo iniziavano a ripopolarsi, si poteva nuovamente uscire e socializzare. Un giorno alla volta portavamo i nostri grembiuli agli artigiani più vicini, impegnati nei più diversi settori, chiedendo loro di testarli e farci sapere cosa ne pensavano.


Paolo: il salto e la visione

Dal 2022 si è aperta una nuova fase. Io ho lasciato il lavoro, abbiamo fondato la società e ci siamo buttati a pieno regime nella nostra attività. Se all’inizio creavamo il grembiule in diversi modelli, oltre a blusa e pantaloni, quindi una sorta di “completo da lavoro”, un capo alla volta abbiamo cominciato ad allargare la nostra proposta. Il sito era già aperto da gennaio 2020, ma era arrivato il momento di strutturare la comunicazione e la parte gestionale, oltre che di rinforzare la catena dei fornitori.

A pensarci, è stato un percorso veramente in salita, ma la passione è un motore potente. La nostra vita professionale era direttamente collegata alla sfera familiare, eravamo l’uno il sostegno dell’altra, c’è sempre stato moltissimo in ballo. Quando però cominci a vedere le prime soddisfazioni e senti che qualcosa si sta muovendo, che la strada è quella giusta, allora anche le difficoltà si mitigano e diventano più sopportabili.


Oggi come oggi stiamo cercando investitori esterni per compiere un altro salto e stiamo anche lavorando per aprirci a nuovi mercati all’estero.

Avere una visione a lungo termine è essenziale, altrimenti, soprattutto in un settore come il nostro, tendi a rimanere in stallo. Dare il giusto prezzo al proprio operato quando è frutto di un’idea e di lavoro manuale senza un’ottica di evoluzione è impossibile. Finché vedremo potenzialità di crescita continueremo a crederci, con l’obiettivo di non snaturarci mai.

 

Cos’è Germogli

Germogli è la nuova rubrica dedicata alle storie di chi come noi ha deciso di impegnare anima e cuore nella progettazione di un sogno. Ogni mese qui potrai leggere un nuovo racconto. Oggi abbiamo condiviso il nostro.


“Ma i semi sono invisibili. Dormono nel segreto della terra fino a che all’uno o all’altro pigli la fantasia di risvegliarsi. Allora si stira, e sospinge da principio timidamente verso il sole un bellissimo ramoscello inoffensivo.”

Da “Il piccolo principe” di Antoine de Saint-Exupéry

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