Cosa fai con i fiori secchi?
Nascendo come designer amo “creare” utilizzando diversi materiali.
Con i fiori realizzo principalmente composizioni per la casa e per le più intime celebrazioni familiari, come bouquet e ghirlande per anniversari, compleanni e festività.
Ma mi occupo anche di allestimenti per le grandi occasioni, principalmente matrimoni, e in questi casi tratto il fiore secco come fosse fresco.
Perché hai scelto proprio di utilizzare i fiori secchi?
Per la loro bellezza e versatilità e, poi, trovo sia poetico poter conservare qualcosa che solitamente quando appassisce viene gettato, oltre a essere una corretta scelta di sostenibilità.
Sebbene stiano gradualmente prendendo piede, i fiori secchi sono ancora poco conosciuti e utilizzati.
La mia ricerca generalmente parte dal fiore fresco e arriva al fiore secco, amo assistere a tutta l’evoluzione di essiccazione del fiore, credo sia un po’ una magia.
La tecnica che utilizzo è proprio il classico “metodo della nonna”: li metto a testa in giù, al buio e in un luogo asciutto, in questo modo il procedimento di essiccazione è del tutto naturale.
Questo non è sempre stato il tuo mestiere, ci racconti da dove sei partita?
È vero, ma ho sempre adorato la natura, grazie a mio padre che mi ha tramandato l’amore per gli alberi e le piante.
Ho studiato design e lavorato come designer del prodotto in una startup: un percorso in piena sintonia con la mia creatività e i miei interessi. Tuttavia, dopo tre anni l’esperienza lavorativa si è conclusa e in me è scattato qualcosa: se fino a quel momento, ironizzando, dicevo: “Vado a fare la fiorista”, a quel punto l’ho fatto davvero.
Con tutta l’estate davanti ho deciso di partire per l’Olanda – dove hanno una cultura dei fiori molto forte e un’apertura mentale nel lavoro votata al tramandare il sapere con spassionata disponibilità – e mi sono proposta a un negozio di fiori dicendo: “Non so fare niente, ma voglio imparare”.
Il primo giorno ho annotato nel mio taccuino il nome di tutti i fiori del negozio, finché mi sono ritrovata a guidare la bici cargo per la città, fra consegne e acquisti al mercato dei fiori.
Finita l’estate dovevo scegliere se tornare al lavoro da designer oppure proseguire lungo quella nuova via, così ho continuato in altri negozi di fiori.
Foto di Trama della Vita
Da quel momento a quando hai dato inizio alla tua attività cosa è successo: come hai pianificato il cambiamento?
Io amo muovermi e stare tutto il giorno in negozio mi faceva sentire un po’ imbrigliata.
In più anche questo mestiere si lega a delle regole di mercato che lo allontanano dalla sua natura primordiale: il fiorista ha il compito di creare qualcosa di molto importante, veicolerà i nobili e duraturi sentimenti del cliente, ne celebrerà un momento della vita essenziale, insieme alle persone amate. Questo valore spesso si perde nei compromessi del commercio.
Così ho cercato un modo di lavorare con i fiori che fosse tutto mio.
La mia attività è nata in piena pandemia, perciò ho utilizzato lo shop online fin dall’inizio. In laboratorio faccio tutto io: dalla pulizia dei fiori freschi all’essiccazione; dalle composizioni alle consegne.
Qual è il tuo fiore secco preferito?
Tra tutti, amo molto i piccoli fiori poco conosciuti che "danzano" o "suonano" come il lino, la briza e il chasmanthium, basta aggiungerne qualcuno a una composizione per renderla ancora più curiosa e dettagliata.
Invece, tra i fiori più conosciuti ho scoperto sperimentando che l'iris essiccato è qualcosa di speciale, sembra provenire da un quadro di Van Gogh.
Quali sono i prossimi passi della tua attività, i progetti in cantiere, i sogni per il futuro?
Al momento il "progetto" che mi impegna quotidianamente è rendere Trama sempre più concreta, cercando di consolidare ciò che ho costruito finora. Per il futuro, però, spero di dedicarmi sempre più alla progettazione di allestimenti ed accessori per "micro" matrimoni, pensati per durare e per conservarsi come ricordi preziosi.
Quando le viene commissionata una nuova composizione c’è un momento specifico dedicato all’ascolto. È lì che Marta entra nella trama della vita degli altri, assumendosi la responsabilità di raccontarla e celebrarla attraverso il suo delicato lavoro. Questa è, forse, la parte che più ama.
Foto di Trama della Vita
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