Arredamento sostenibile e mobili vintage: uno sguardo nel Retrobottega di Martino e Marco

Arredamento sostenibile e mobili vintage: uno sguardo nel Retrobottega di Martino e Marco

Il riuso e riciclo di mobili rappresenta sempre più un approccio non solo creativo e originale, ma soprattutto sostenibile, che permette di dare nuova vita a vecchi mobili destinati alla discarica, trasformandoli in oggetti unici e di design.

Dall'upcycling al fai da te, le possibilità per dare nuova vita ai vecchi mobili sono infinite. Con un pizzico di creatività e manualità, è possibile trasformare una sedia in un tavolino, un armadio in una libreria, una cassettiera in un comodino. Un'occasione per riscoprire il valore del fatto a mano e per dare un tocco personale alla propria casa.

Non solo un hobby, il riuso e riciclo di mobili può diventare anche una professione. Sono sempre di più gli artigiani e i designer che si dedicano a questa attività, creando pezzi unici e ricercati che conquistano il mercato dell'arredamento sostenibile.

Ed è proprio di una di queste realtà professionali che vogliamo parlarvi oggi, un progetto che abbiamo conosciuto da vicino e apprezzato fin dal primo momento. Stiamo parlando di due creativi trevigiani, Martino e Marco e, nelle prossime righe, andremo a sbirciare cosa c’è nel loro Retrobottega. 

Chi c'è lì dietro, nel Retrobottega? Parlateci un po' di voi e del vostro progetto.

Dietro al Retrobottega ci sono Martino e Marco, quattro mani, un po’ di chilometri e spesso un cane (la splendida Gina! ndr).

Abbiamo intrapreso questo progetto un po’ per gioco ma mossi dalla sensibilità verso tematiche ambientali, unita alla passione per l’artigianato e lo stile vintage. Diamo una seconda vita a vecchi arredi e materiali di recupero. Educhiamo alla consapevolezza perché l’alternativa alla fast furniture c’è e, oggi, è da preferire.

La passione per l’artigianato c’è sempre stata, e una volta unito l’amore per la manualità al concetto di riciclo e recupero abbiamo trovato come noi nel nostro piccolo possiamo sensibilizzare le persone verso un’ottica sostenibile. Arredi pensati e realizzati almeno 50 anni fa devono poter cominciare una loro seconda vita e sono assolutamente preferibili rispetto ad arredi attuali, non sempre economici, ma pensati per durare poco e alimentare un ricambio non più possibile.

Come vi siete avvicinati al mondo della falegnameria e dell'artigianato? Qual è la vostra formazione e come avete imparato il mestiere?

Avere avuto delle famiglie in cui abbiamo respirato falegnameria e segatura e appreso il valore dell’artigianato, inteso come espressione personale attraverso l’uso delle mani, è stato fondamentale per la nascita di una passione e la pratica di un mestiere che è ancora oggi per noi in continuo aggiornamento e perfezionamento.

Martino indossa i nostri pantaloni Apollo

Quali sono le vostre mansioni all'interno del progetto? Come vi suddividete i compiti?

Marco ha un intuito infallibile per scovare e selezionare i pezzi da acquistare; spesso serve una buona dose di immaginazione per vederci del potenziale ma con gli anni ha affinato l’occhio e mobili che per tanti erano immondizia sono diventati i nostri lavori più riusciti. 
Martino pensa al recupero del pezzo, con lavori di falegnameria, spesso belli invasivi. 
Entrambi poi ripensiamo all’estetica del mobile o del complemento d’arredo.

Riuso e riciclo: che tipo di legno utilizzate? Dove trovate il legno che poi "salvate" e riutilizzate nelle vostre creazioni?

Cerchiamo di produrre meno rifiuti possibili. Quindi acquistiamo dei mobili anche solo per recuperare legname e parti che andranno a comporre nuove composizioni. Siamo entrambi degli accumulatori e questo aiuta nell’avere materiale (non nell’avere ordine!).

Per quanto riguarda il processo creativo, dove trovate ispirazione per forme e colori? Fate riferimento ad uno stile in particolare?

Siamo nati con i “finti cassetti”. Dall’utilizzo di vecchi cassetti siamo passati alla realizzazione di finti cassettini sulle ante dei mobili per avere l’estetica del cassetto ma la funzionalità dell’anta (l’ho detto cassetto?!). 

Abbiamo poi capito che riutilizzando legni antichi, colorati o comunque vissuti, si ottengono interessanti finiture e texture che ben si adattano a diversi stili di arredamento, oltre che assecondare il nostro fine ultimo che è quello del riciclo.

Il vostro lavoro ci ispira ad utilizzare la creatività per recuperare materiali ed oggetti inutilizzati o che sarebbero destinati alla discarica: mettiamo che ci troviamo davanti un vecchio comodino ormai brutto e inutilizzabile, cosa possiamo fare per recuperarlo e trasformarlo in qualcosa di bello? 

Di fronte ad un vecchio e acciaccato mobile quasi mai diciamo che è da buttare, al massimo può diventare materiale per comporre un mobile completamente diverso, a meno che non sia stato alle intemperie o non sia troppo tarlato.

Senza grandi lavori di falegnameria, invece, la cosa più facile sarebbe dare una rinfrescata con il colore. Pezzi che hanno ormai poco da dire ridipinti con un colore diventano subito più interessanti. 

Ci piace anche scombinare un po’ le cose in questa fase. Un pezzo che nasce con un utilizzo può assumerne uno totalmente diverso, due comodini diventano una colonna per il bagno, una cassapanca diventa porta tv, una vecchia porta diventa tavolo...la parte creativa è sempre la più divertente e stimolante.

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Ed ecco che, grazie alle parole di Martino e Marco, ci immaginiamo vecchi mobili danzare nel Retrobottega e scambiarsi pezzi e colori! Grazie al loro intuito e alle loro mani, nascono pezzi unici al mondo; anzi, rinascono, perché si tratta della loro seconda vita, e questo ci rende ancora più sicuri di star procedendo nella direzione giusta di un consumo più responsabile e consapevole.

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